Bonifica dell’arcata e impianti dentali: di cosa si tratta

Bonifica dell’arcata e impianti dentali: di cosa si tratta?

Si parla di bonifica dell’arcata dentale quando viene messa in atto l’estrazione di uno o più denti, un vero e proprio intervento chirurgico. Si tratta sempre di un’estrema ratio, adottata dal dentista solo nel caso in cui un approccio conservativo non possa più essere messo in atto.

L’estrazione dei denti irrimediabilmente compromessi, inoltre, è di norma seguita altresì dall’asportazione dei tessuti affetti da eventuali infezioni.

Prima

Prima

Quando si sceglie l’intervento

L’estrazione dentale può avvenire a scopo sia preventivo che terapeutico. Tra i motivi principali che spingono i dentisti a dar vita a una bonifica dell’arcata dentale e alla conseguente estrazione di uno o più denti ricordiamo tutte le patologie destabilizzanti per il dente stesso, come carie profonda, parodontite o ascessi.

Durante

Durante

In questo scenario, la parodontite (nota anche come piorrea o malattia parodontale) è un’infiammazione delle gengive che colpisce prevalentemente gli adulti sopra i 30 anni. Circa il 15% della popolazione soffre di una grave forma di parodontite, la quale può manifestarsi a causa di un eccesso di tartaro e di una scorretta igiene orale, a seguito di interventi odontoiatrici mal eseguiti, a causa di altre patologie (quali diabete, neoplasie e carenza di vitamina C) o cattive abitudini (come il tabagismo). Tale patologia, inoltre, non va sottovalutata anche a causa delle forti ricadute sulla salute generale della persona.

Dopo la bonifica: gli impianti dentali

L’impianto dentale consente la sostituzione di uno più denti andati persi attraverso l’inserimento endosseo di “radici artificiali” in titanio. Mediante un processo biologico chiamato osteointegrazione, tale pratica consente l’applicazione di una protesi dentale fissa, che andrà a sostituire il dente o i denti non più disponibili.

Dopo

Dopo

Un impianto dentale, il quale serve a ovviare a problemi sia estetici che strutturali, si compone di tre elementi portanti:

  • Vite endossea: assume la funzione della “radice” del dente sostituito dall’impianto
  • Abutment: si tratta di un collegamento tra la vite e la protesi dentale.
  • Protesi dentaria vera e propria, materialmente utilizzata per sostituire il dente. Composta da materiali differenti in base alle esigenze, la protesi può essere rivestita da  ceramica o da materiali resinosi.

In sostanza, un impianto dentale vede l’inserimento di una piccola vite in titanio (materiale perfettamente biocompatibile) in sostituzione della radice di un dente naturale mancante, la quale – integrandosi in maniera ottimale con l’osso – diventa un ottimo punto di ancoraggio per il dente sostitutivo in ceramica.

Dopo

Dopo

Dopo

L’implantologia dentale ha una storia che si radica a metà del XX secolo. Già nel 1952, infatti, il Prof. Per-Ingvar Branemark (medico svedese e padre della moderna implantologia) diede vita a un’importante ricerca sull’argomento, grazie alla quale si è iniziato a produrre i primi impianti. Con l’avanzare della tecnologia, gli impianti dentali hanno fatto passi da gigante, diventando sempre più innovativi e affidabili.

Nel caso in cui – per motivi diversi – dovesse venire a mancare gran parte dei denti naturali, l’impianto può essere integrato fino a rappresentare una vera e propria protesi totale, basata su quattro o sei impianti a carico immediato distribuiti su tutta l’arcata. Su di essi, infine, verrà inserita una protesi fissa.

L’applicazione di un impianto dentale è rapida e semplice. La convalescenza post-intervento, però, può causare fastidi, lieve dolore e gonfiore della gengiva, che tendono a scomparire in meno di una settimana.